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  • Immagine del redattorehappinessisapieceofcake

Crostata alla marmellata di arance e frolla allo zafferano.



Bentornati amici!

1000. Mille.

Quando ho iniziato questa avventura non pensavo che avrei avuto qualcuno oltre i miei familiari che avrebbe apprezzato le mie creazioni e creduto in questa mia ennesima pazzia!

E invece voi, sì, voi che leggete queste parole e che provate le mie ricette, siete la mia felicità social!

Grazie. Grazie. Grazie!

Oggi vorrei proporvi questa crostata che vi avvolgerà con il proprio delizioso profumo. Avrete ogni stanza della casa invasa dallo stesso inebriante ed intenso aroma che si dice provenisse dai templi antichi.

Infatti, come ci narra Omero, nel IX e XII libro dell’Iliade, Isocrate era solito profumare i guanciali del proprio letto con lo zafferano prima di andare a dormire mentre le donne troiane lo usavano per profumare i pavimenti dei templi.

La leggenda:

Sempre tra i greci, si racconta come Croco si mise alla ricerca della più bella fanciulla mai vista, una giovane ninfa di nome Smillace, che abitava nei boschi nei pressi di Atene. Croco si innamorò follemente della bella ninfa ed ella ricambiava follemente questo amore.

Gli dei, però, non contenti di questa relazione, uccisero Croco.

Smillace distrutta si suicidò, allora gli dei decisero di trasformare la ninfa in una pianta con le foglie a forma di cuore (la smilax aspera) e Croco in un fiore violaceo, lo zafferano appunto (Crocus sativus) simbolo della superbia che aveva avuto innamorandosi di una ninfa, con il cuore di un rosso dorato a memoria della loro grande passione.

Lo za’hafaran, è originario dell’Asia Minore.

Plinio scrive che i Fenici lo usavano non per usi culinari ma esclusivamente per tingere stoffe; le tuniche dello splendido colore giallo vivo piacevano molto alle eleganti signore d’allora, e i Fenici trasportavano le stoffe dal porto di Tiro in tutto il Mediterraneo.

Furono poi gli arabi, guerrieri espansionisti, che fecero conoscere lo zafferano in tutto il mondo conosciuto, influenzando la cucina di tante culture, passando dalla paella della Spagna, al curry delle Indie.

In Italia era già conosciuto – e importato – ma solo come polvere medicinale; usato tutt’ora a piccole dosi è sedativo, antispastico, eupeptico, mentre a dosi più elevate è invece eccitante: non per nulla i Romani lo utilizzavano come afrodisiaco.

Però già allora era una materia preziosa, tanto che le nostre Repubbliche fondarono i Banchi dello Zafferano, sorta di borse commerciali dove venivano contrattate le partite destinate alle grandi corti di Firenze, Venezia, Milano e Genova.

A Civitaretenga esiste la Chiesa della Madonna dell’Arco che, secondo la leggenda, fu costruita nel luogo dove sorgeva la stalla di una taverna: là dove oggi c’è l’altare, allora c’era la mangiatoia.

Nella taverna venne a soggiornare un pittore il quale però, non avendo denaro, fu dal taverniere messo a dormire – appunto – nella mangiatoia della stalla.

Quella notte al pittore apparve in sogno la Madonna che gli chiese un ritratto; era così bella che l’uomo avrebbe voluto ritrarla immediatamente, ma non aveva colori.

Così usò dello zafferano trovato nella cucina della taverna, e la dipinse sul muro contro cui era poggiata la mangiatoia; così che nacque il culto della Vergine dello Zafferano, immagine miracolosa attorno alla quale gli abitanti del paese eressero la chiesa.

Le proprietà:

Oltre a rendere gustosi e saporiti i più diversi piatti, la polvere di zafferano è ricchissimo di sostanze preziose per l’organismo: essendo lo zafferano uno dei più potenti antiossidanti, contrasta i radicali liberi, responsabili dell’accelerazione dell’invecchiamento cellulare. Inoltre questa spezia favorisce le funzioni digestive, stimola l’apparato digerente, aumentando la secrezione di bile e di succhi gastrici. Per questo è molto usato anche nella preparazione di liquori digestivi.

In dosi elevate è afrodisiaco.

INGREDIENTI

340 g farina 00 (vedi consigli)

155 g burro freddo a cubetti

100 g zucchero a velo

1 uovo intero

1 tuorlo (vedi consigli)

0,30/0,45 g di zafferano a seconda di quanto la volete intensa (2/3 bustine)

Pizzico di sale


Ripieno

marmellata di arance. O marmellata di arance amare se volete un sapore stridente che esalta le note ferrose dello zafferano.

PREPARAZIONE

In una ciotola setacciate la farina, aggiungete il burro.

Impastate con le mani fredde fino ad ottenere un composto sabbioso.

Aggiungete lo zucchero a velo e il sale e mescolate.

Rompete l’uovo e aggiunegte il tuorlo in una ciotolina e mescolate. Aggiungetevi lo zafferano e con una . Non importa se non si scioglierà completamente.

Aggiungete infine l’uovo e il tuorlo ed impastate fino a creare un panetto.


Avvolgete nella pellicola trasparente e lasciate riposare in frigo almeno un’oretta.

Stendetelo su un piano leggermente infarinato fino ad ottenere un foglio di circa 5/6 mm.

Posizionatelo su una teglia imburrata e infarinata e aggiungete la marmellata di arance, decorate e ponete in frigo mezz’ora prima di infornare a 180° per 25 minuti con i bordi coperti da carta stagnola ed ulteriori 15 minuti senza.

Sfornate e lascate raffreddare

Questa frolla sarà perfetta, non si romperà e potrete lavorarla con facilità.

Mantiene egregiamente la cottura e il taglio risulta perfetto anche con fette piccole. Si evita il solito problema di fette di crostate dalle punte mozzate.

 

CONSIGLI:

A seconda del peso complessivo delle uova potrebbe essere necessaria più farina. Create un panetto che sia morbido e non appiccicoso.

Io ho utilizzato un uovo a pasta gialla che ha aiutato a creare una frolla di un colore molto inteso, oltre lo zafferano.

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